La Commedia

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Libri titulus est: «Incipit Comedia Dantis Alagherii, florentini natione, non moribus». Ad cuius notitiam sciendum est quod comedia dicitur a “comos” villa et “oda” quod est cantus, unde comedia quasi ‘villanus cantus’. […] Comedia vero inchoat asperitatem alicuius rei, sed eius materia prospere terminatur, ut patet per Terentium in suis comediis. Et hinc consueverunt dictatores quidam in suis salutationibus dicere loco salutis “tragicum principium et comicum finem”.        Epistola a Cangrande, X, 28-29

In questa quotidiana coralità di Everymen, è da proporre al XXI secolo la Divina Commedia, bene comune non dell’Italia soltanto, ma dell’umanità intera; e sempre così è stata intesa, dai primi commentatori al Boccaccio, come il poema al quale bussare e attingere per avere accoglienza, ospitalità, conforto. Lo testimonia ancora, al portale di un palazzo di Cannaregio il battente dantesco, e i tanti uomini che in nome di Dante, e leggendo il suo poema, hanno sfidato la barbarie, da Osip Mandel’štam a Primo Levi. Ogni giorno, Dante è davvero tutti noi.

CARLO OSSOLA, La Commedia di ognuno di noi, “Il Sole 24 ore”, 18 marzo 2012

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